![]() | Psicologo, psicoterapeuta, coach. |
![]() | Psicologo del lavoro e delle organizzazioni. |
![]() | Specializzato in psicoterapia breve strategica, comportamentale e in comunicazione persuasiva interpersonale. |
![]() | Mi occupo da oltre 20 anni di percorsi brevi di cambiamento, consulenza e psicoterapia breve, sia in presenza nel mio studio di Signa (Firenze) che a distanza tramite consulenza online, per individui, coppie, famiglie, gruppi di lavoro. |
![]() | Interventi brevi, dritti al punto, senza giri di parole o perdite di tempo. |
![]() | 59 interventi su 100 risolti in 5 sedute o meno. |
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![]() | Avere o non avere il controllo, questo è il problema |
![]() | Esempio n. 1: fobie ed evitamento |
![]() | Esempio n. 2: paura delle malattie |
![]() | Esempio n. 3: il Principe Azzurro che non arriva |
![]() | Quando qualcosa non fa parte della soluzione, di solito fa parte del problema |
![]() | Come ottenere il cambiamento? |
![]() | Il tuo cambiamento personale su misura |
![]() | Risultati e benefici |
![]() | 1/6 Parlo la tua lingua |
![]() | 2/6 Concretezza e dritto al sodo |
![]() | 3/6 Cosa NON basta in terapia |
![]() | 4/6 Track record (successo dei casi trattati) |
![]() | 5/6 Mi occupo esclusivamente di cambiamento personale |
![]() | 6/6 Quando può non essere consigliabile venire da me? |
![]() | Libro: I miti del sesso |
![]() | Libro: L'alienazione parentale - Sindrome o processo? |
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1. | Capire come funziona il tuo problema o difficoltà (fase di diagnosi). |
2 | Individuare i comportamenti da cambiare; di solito si tratta di tentate soluzioni, ma non sempre. |
3. | Aiutarti a trovare nuovi comportamenti da mettere in atto. |
4. | Aiutarti a gradualizzare i nuovi comportamenti, per farti abituare alla novità senza scossoni. |
5. | Ascoltare i risultati che stai ottenendo ed eventualmente aggiustare il tiro. |
6. | Una volta ottenuto il risultato, accompagnarti verso la conclusione dell'intervento. |
![]() | Alimenti un atteggiamento improduttivo che consiste nel guardarti troppo dentro, invece di focalizzarti sul cambiare innanzitutto i tuoi comportamenti, cioè sull'esterno. |
![]() | Quando lasci passare troppo tempo prima di sbloccare una cambiamento che non arriva, alla fine succede che perdi fiducia nel trattamento e nel professionista. Potresti persino andare incontro a un ulteriore abbassamento del tono dell'umore e del senso di impotenza. |
![]() | Diventi meno autonomo. Quella con il professionista finisce per diventare un'amicizia a pagamento, hai difficoltà a interrompere il trattamento, aumenti la tua dipendenza e non impari a camminare sulle tue gambe. |
![]() | Mentre ti prepari alla vita, la vita va avanti... e il tempo passa. E alcune occasioni arrivano una volta soltanto. |
![]() | L'empatia da sola non basta. Renderti conto che il professionista ti capisce e ha capito il tuo problema, è fondamentale. Ma in molti casi non sufficiente. Capire uno stato di cose non è di per sé garanzia di poterlo risolvere. Così come sapere che la tua lavastoviglie ha la pompa di scarico rotta non basta, se non sai come cambiarla. Alcuni approcci si basano sull'assunto che l'empatia da sola risolva tutto. Purtroppo non è così. |
![]() | L'insight da solo non basta. Anche se hai imparato più cose del terapeuta sul tuo mondo emotivo e anche se puoi descriverlo in linguaggio appropriato, non puoi cambiare se non sai cosa fare e soprattutto cosa NON fare. Alcuni approcci danno all'insight - cioè la consapevolezza delle proprie emozioni e motivazioni - una grande importanza come fattore di cambiamento. Ma di nuovo, la conoscenza da sola non è sufficiente. Anzi, a volte non è nemmeno necessaria. |
![]() | Per motivi del tutto simili, le interminabili ricerche su internet che fai, nella speranza di capire l'origine dei tuoi guai, non bastano e possono anzi aggravare le rimuginazioni. Riflettere troppo è una delle tentate soluzioni più comuni. "Guardarsi dentro rende ciechi" diceva Watzlawick. |
![]() | La razionalità di per sé non basta. L'ingenuità del voler portare un paziente sulla "retta via", le interminabili discussioni su quali sono i pensieri "giusti" e quelli "sbagliati", non servono a nulla. Il cambiamento, almeno in fase iniziale, dovrebbe concentrarsi più sui comportamenti che sui pensieri. |
![]() | Il cosiddetto pensiero positivo e le autoaffermazioni, non bastano. Possono anzi essere nocive. Più di uno studio ha chiarito che ripetersi continuamente: "Ce la posso fare", "Andrà tutto bene" e simili ha effetti positivi solo sulle persone che già hanno un'alta autostima! Chi ha un'autostima traballante, invece, sta peggio, perché a un livello più o meno consapevole si rende conto che sta solo ingannando se stesso. |
![]() | Sapere la storia della tua famiglia e dei tuoi antenati fino alla quinta generazione, non basta. In alcuni approcci si dà una certa importanza a questi aspetti di archeologia familiare, ma nella mia esperienza si tratta di nozioni secondarie e non indispensabili per mettere in moto un cambiamento. È sempre la stessa, illusoria tentazione: se capisco da dove viene il mio problema, potrò cambiare. La tentazione di concentrarsi sui perché, invece che sul cosa e sul come, è dura a morire. |
![]() | Ripercorrere e rivivere i traumi passati, veri o immaginati, non basta e può persino diventare controproducente. Un'eccezione è il disturbo da stress post-traumatico vero e proprio, la cui terapia efficace ha effettivamente bisogno di far ritornare la persona sui vissuti disturbanti. Diversamente non occorre soffrire più del dovuto. |
![]() | Sfogarsi, di per sé non basta. Sul momento può farti bene, ma spesso non risolve. Specialmente quando è coinvolta l'ansia, parlare del tuo problema e socializzarlo di solito lo aggrava. Ecco perché personalmente sono molto scettico sui gruppi di terapia per l'ansia: si mettono insieme un numero di persone ansiose che si rimbalzano le proprie paure e preoccupazioni le une con le altre, amplificandole. |
![]() | Parlare non basta. Uno dei malintesi più frequenti è che una bella "chiacchierata" potrà farti solo del bene. Ma la chiacchierata puoi farla anche con un amico o con tua zia. Non è il parlare che fa la differenza, specie per i problemi più subdoli e resistenti. Parlare non è sufficiente, se poi non ricevi indicazioni precise e dettagliate su cosa fare o non fare. Le persone si rivolgono a un professionista perché si aspettano di ricevere suggerimenti diretti e mirati, non solo di intrattenere un'interessante conversazione. Ciò è particolarmente vero per i disturbi ossessivi, considerati la bestia nera dei terapeuti e per risolvere i quali, oltre alla motivazione da parte del paziente, occorrono tecniche efficaci. Non esci da un disturbo ossessivo di una certa gravità solo parlando. |
![]() | Tuttavia, persino le tecniche, da sole, non bastano. I modelli come quello strategico si basano molto sulle tecniche, ma se non si fa attenzione possono diventare freddi e impersonali. Ecco perché mi capita di ricevere persone che hanno fatto in precedenza altri percorsi, dove hanno percepito il professionista come troppo distaccato, quasi "robotizzato". Questo inconveniente esiste anche in caso di forti resistenze al cambiamento e nei disturbi di personalità, dove la persona non esegue quanto gli viene suggerito. Pertanto, basare un progetto di cambiamento su dei compiti che tanto non verranno messi in atto, sarebbe fallimentare in partenza. |
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2. | Molto migliorato |
3. | Migliorato |
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