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E se poi divento dipendente dallo psicologo?

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E se poi divento dipendente dallo psicologo?

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psicoterapia - 27/01/22

Una delle domande ricorrenti fra gli aspiranti psico-pazienti indecisi è: "E se andando in terapia poi ne divento dipendente?"

Guarda il video per scoprire come evitare questo problema!



Nei giorni scorsi abbiamo visto alcune delle domande frequenti che le persone ansiose fanno allo psicologo.

La domanda che vedremo oggi: "E se andando in terapia poi divento dipendente?" per certi versi potrebbe indicare una certa ansia sottostante, ma dal mio punto di vista, presa isolatamente, si basa su una preoccupazione legittima.

In alcuni casi una terapia può durare più del previsto e quindi è necessario proseguirla per portarla a termine e non lasciare a metà il lavoro.

D'altra parte sappiamo che alcune forme di terapia, tradizionalmente, possono durare molti anni.

In questo caso la lunghezza della terapia è un dato di partenza: rivolgendoti a un terapeuta che segue determinati orientamenti teorici sai fin dall'inizio che non sarà una cosa breve.

Quindi, se tu stai valutando la possibilità di iniziare un percorso terapeutico, potresti chiederti come fare, tu che non sei del mestiere, a capire quando la terapia dovrà terminare.

Come capire se sei ancora in terapia perché ne hai ancora bisogno, o più perché ormai si è venuto a creare un rapporto talmente di fiducia, talmente forte con il terapeuta che sarebbe difficile spezzarlo?

La risposta a questa domanda deve prendere in considerazione sia il paziente, sia il terapeuta.

Dal punto di vista del terapeuta, sarà lui a capire quando l'intervento avrà prodotto i suoi effetti curativi, oppure se avrà esaurito la sua spinta propulsiva e quindi è necessario interromperlo.

Come dicevo, in alcune forme di terapia possono passare anche diversi anni prima che ciò avvenga, perché il lavoro si basa su presupposti diversi e si svolge in modo diverso.

Dal punto di vista del paziente, del potenziale paziente, cioè tu, vanno invece tenute in conto due cose.

La prima è la tua sensibilità individuale nel capire quando stai migliorando.

Può sembrare strano, ma molti pazienti, specie quelli che soffrono d'ansia, possono migliorare vistosamente vedendoli dall'esterno, cioè agli occhi del terapeuta e magari delle persone che frequentano, ma loro non riescono a percepirlo.

Di questo parleremo specificamente in un altro video.

La seconda è se hai una personalità tendente alla dipendenza affettiva.

In questo caso, mischiare i due ingredienti di una personalità dipendente da una parte, con una terapia di lunga durata, è un'accoppiata potenzialmente micidiale.

Ma ripeto, il terapeuta è tenuto a rendersi conto di cosa è cosa. Per il mestiere che fa, sa riconoscere perfettamente se il paziente sta venendo in terapia perché vuole guarire o perché ha bisogno di un amico a pagamento.

E quindi si regolerà di conseguenza. Te lo farà capire, ti farà rendere conto della tua motivazione nell'andare in terapia ecc.

Quando il problema non esiste


Esiste però una situazione precisa nella quale la dipendenza dal terapeuta o dalla terapia non è fra le opzioni, o quanto meno è un rischio quasi inesistente.

Tale situazione consiste nelle terapie brevi.

Nelle terapie brevi, per definizione non può succedere che tu diventi dipendente dal terapeuta.

Perché quando ti rivolgi a un terapeuta che si occupa di percorsi brevi, specialmente quando la parola "breve" è contenuta già nel nome dell'orientamento terapeutico, sai già che il lavoro consisterà nel focalizzarsi sui risultati.

A me ad esempio non è mai successo di avere pazienti venuti da me con l'aspettativa di poter intraprendere un percorso interminabile.

Chi mi chiama sa già di cosa si tratta - anche perché è tutto documentato, ovunque su internet - e oltretutto sono quasi sempre di persone che vogliono risultati, efficacia e soprattutto efficienza di intervento.

Vogliono spendere i propri soldi e il proprio tempo nel modo più efficiente possibile.

Proposta unilaterale


Inoltre, non sta scritto da nessuna parte che una volta iniziata una terapia, tu stesso non possa decidere di interromperla.

Se dopo un certo tempo, o addirittura dopo qualche seduta, i risultati che stai ottenendo non sembrano essere all'altezza delle tue aspettative, lo puoi sempre dire al terapeuta.

Gliene puoi parlare e, se le risposte che riceverai non ti sembreranno soddisfacenti, puoi sempre scusarti e decidere di cambiare idea._


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