L'altruismo si apprende, non si eredita

cultura - 22/10/09

Il comportamento altruistico e di auto-sacrificio è spiegato molto meglio dall'apprendimento ricevuto attraverso la cultura che dall'eredità genetica, sia che si tratti di soldati, di donatori di sangue o di chi contribuisce a iniziative come le banche del cibo.

Questa è la conclusione di uno studio di Adrian V. Bell e colleghi nell'edizione di ottobre 2009 di Proceedings of the National Academy of Sciences.

L'altruismo è da tempo oggetto d'interesse da parte delle scienze sociali e dell'evoluzione. La giustificazione dell'altruismo da un punto di vista evoluzionista presenta una difficoltà quasi insormontabile: i comportamenti che aiutano le persone con le quali non siamo imparentati sono costosi per l'individuo e in più creano un rischio per i nostri discendenti biologici; per questo motivo non è probabile che siano stati favoriti dall'evoluzione.

I ricercatori hanno utilizzato un'equazione particolare, chiamata equazione di prezzo, che descrive le condizioni entro le quali è probabile che evolvano i comportamenti altruisti. L'equazione ha aiutato i ricercatori a confrontare le differenze genetiche e culturali fra gruppi sociali vicini. Il risultato ha mostrato che il ruolo della cultura ha un impatto molto maggiore nello spiegare i nostri comportamenti prosociali, rispetto a quello della genetica.

In altre parole, l'altruismo verso i nostri simili con cui non siamo imparentati fa parte dei comportamenti che si imparano. Non nasciamo genericamente altruisti.

Il bene del gruppo è anche il tuo


D'altra parte, l'utilità dei comportamenti altruisti è stata dimostrata anche dal matematico ed economista John Nash - alla cui vita si è ispirato il film A Beautiful Mind, magistralmente interpretato da Russell Crowe - notando come i comportamenti dell'individuo che aiutano il gruppo alla fine aiutano lo stesso individuo.

Perciò si giunge al paradosso per cui la più alta forma di egoismo consiste nell'altruismo.

Nel caso dei donatori di sangue i benefici per il donatore sono molteplici: dallo stimolo alla creazione di nuovi globuli rossi, diminuiti a causa del prelievo, e quindi al loro rinnovamento, all'abbassamento della pressione, all'abbassamento dei livelli di ferro che, secondo alcuni studi, se troppo elevati potrebbero concorrere a causare problemi cardiovascolari, diabete e altri ancora.

A. V. Bell, P. J. Richerson, R. McElreath. 2009. Culture rather than genes provides greater scope for the evolution of large-scale human prosociality. Proceedings of the National Academy of Sciences._

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