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Come capire cos'hanno in mente le persone con l'uso dell'ambiguità

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Come capire cos'hanno in mente le persone con l'uso dell'ambiguità

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comunicazione - 31/05/22

Ci sono occasioni in cui può farti comodo sapere cos'ha in mente l'altro, ma non sempre chiederlo è la via migliore.

Un modo indiretto per stimolare l'altro a dire la sua su un argomento è fare uso dell'ambiguità.



La via più diretta per avere un parere da qualcuno è chiederglielo.

La domanda giusta, fatta al momento giusto e con gli adeguati preamboli può suscitare una risposta sincera. "Sai, ti volevo chiedere una cosa, ma non vorrei sembrarti indiscreto. È solo che ci tengo a sapere cosa ne pensi". E poi fai la domanda.

Le domande però possono talvolta mettere sulla difensiva, se sono troppo dirette oppure se l'altro ha una personalità sospettosa. "Perché me lo sta chiedendo? Di certo deve avere qualcosa in mente!"

Oppure sulle questioni delicate e personali, o quando l'altro non ha ancora un'idea precisa sull'argomento, potresti ottenere risposte incerte e fumose. E insistendo per sapere altro potresti ottenere l'effetto contrario, di farlo chiudere ancora di più.

Un modo semplice per iniziare a far parlare l'altro è innanzitutto metterlo a proprio agio. Quando le persone si sentono trattate in modo amichevole e non percepiscono ostilità, si aprono e iniziano a dire cosa pensano.

"In vino veritas" dicevano gli antichi, e con buone ragioni, dato che l'alcol dà generalmente sensazioni di benessere e rilassamento. È l'ansiolitico più a buon mercato.

E quando l'altro si sente a proprio agio, per spostare l'argomento di discussione dove ti interessa puoi fare uso di stimoli ambigui.

Uno stimolo ambiguo può assumere varie forme.

Ad esempio, può essere un'affermazione non specifica, che introduce un argomento senza però prendere posizione. Sono le affermazioni che terminano con i tre puntini di sospensione.

"Stavo pensando a dove potremmo andare in vacanza quest'estate, ma non ho ancora le idee chiare... Anzi, non so neanche se ho voglia di andarci..."

"Oggi a scuola ci hanno parlato dell'aborto..."

"Tutti dicono che gli uomini cercano una cosa sola, dalle donne..."

"Questo perché esistono donne che hanno una cosa sola da offrire", ti potrebbero rispondere.

Le affermazioni non specifiche non presentano alcun giudizio, ma solo un argomento: le vacanze, l'aborto o i rapporti fra uomini e donne, in questi esempi.

Un secondo modo di usare l'ambiguità sono i doppi sensi. Se riesci a formulare la tua affermazione in modo che possa significare due cose diverse o addirittura opposte, puoi spingere l'altro a pronunciarsi.

Ad esempio, oggi i politici sono personaggi controversi e non molto ben visti dalle persone.

Allora, supponiamo che qualcuno ti presenti un politico molto in vista. Lui magari ti stringerà la mano e ti chiederà chi sei e di cosa ti occupi. Perché non ti conosce.

E tu puoi rispondere brevemente e poi concludere con: "Lei invece non ha bisogno di alcuna presentazione!"

Se detta con l'intonazione appropriata, questo può significare che non ha bisogno di presentazione perché è un personaggio famoso oppure famigerato. Cioè può essere noto per ciò che ha fatto di bene o per ciò che ha fatto di male. Ma tu non stai dicendo né l'una né l'altra cosa.

Questo potrà spingerlo a vantarsi o a giustificarsi e così avrai indicazioni su cosa questa persona pensa di se stessa. E se poi ti dovesse chiedere, di rimando: "Perché, cosa intende?" tu potrai rispondere soltanto: "Oh, niente di particolare. Solo che è una personalità molto conosciuta".

E quindi rinforzare ancora di più il messaggio ambiguo.

Un terzo modo di usare l'ambiguità per stimolare le conversazioni è attraverso il canale non verbale. Che può utilmente essere unito a quello verbale.

Se tu ad esempio parli assumendo un'espressione che esprime qualcosa, ma nulla di immediatamente riconoscibile, come questa, l'altro dovrà guardarsi dentro e chiedersi: "Cosa vorrà dire?" e quindi sforzarsi di dare un senso a qualcosa che apparentemente non ha un senso immediato.

E nel fare questo, inevitabilmente, dovrà fare ricorso a del materiale mentale che è dentro di lui. Perché tu non gli stai rendendo le cose troppo facili. Ti stai mostrando avaro di informazioni.

Un altro modo per usare l'ambiguità non verbale è con le pause, i silenzi, come abbiamo visto un paio di video fa.

Smettere di parlare dopo aver fatto una delle affermazioni non specifiche o ambigue, di cui sopra è un ottimo modo per invogliare l'altro a proseguire. E quando avrà finito, tu taci ancora. Così potrà parlare dell'altro.

Perché l'ambiguità funziona per far parlare gli altri?

Perché la maggior parte delle persone detesta l'incertezza e ha una soglia di tolleranza piuttosto bassa per l'incertezza e l'ambiguità. Specialmente gli ansiosi. La gente vuole certezze e le vuole subito.

Perciò, se tu li metti di fronte a una situazione incerta e nebbiosa, si attiveranno subito per cercare di renderla chiara, per trovarci dentro un significato e ovviamente, siccome tale significato l'avranno trovato loro, sarà roba loro.

Questo è il modo in cui funzionano i test proiettivi, come quello delle macchie d'inchiostro, il Rorschach: tu presenti degli stimoli astratti e il soggetto ci vede dentro ciò che vuole vederci.

Un altro modo di chiamare questo fenomeno è pareidolia. Quando stai vedendo cavalli, draghi o altri animali nella forma delle nuvole, stai facendo proprio questo.

In fondo il significato di qualunque cosa è sempre personale, sempre individuale.

Quindi se togli di mezzo l'oggettivo, tutto ciò che ti resta è il soggettivo._


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