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L'evitamento nei disturbi d'ansia e nelle fobie

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L'evitamento nei disturbi d'ansia e nelle fobie

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ansia e panico - 07/11/08

Uno dei sintomi caratteristici di molti disturbi d'ansia è l'evitamento delle situazioni e degli stimoli che la scatenano.

PuntoIntroduzione
PuntoAlcuni esempi
PuntoCircolo vizioso
PuntoPsicoterapia dell'evitamento

Introduzione


Autoritratto - Quadro di Pieter J. Van Laer

Uno dei sintomi caratteristici di molti disturbi d'ansia è l'evitamento delle situazioni e degli stimoli che la scatenano.

Nelle fobie, ad esempio, ti viene da sfuggire a ogni contatto fisico, visivo o immaginato con l'oggetto che ti fa paura.

Se hai una fobia dei ragni, farai tutto il possibile per evitare qualsiasi situazione dove ci sono dei ragni. Nei casi più gravi la fobia potrà essere scatenata persino dalla vista di un ragno in un libro o in una rivista.

Se invece hai paura dei luoghi molto affollati, farai attenzione a non andare nei luoghi con assembramenti di molte persone, come supermercati, chiese, stadi, centri commerciali, treni ecc.

Alcuni esempi


È possibile sviluppare fobie per gli oggetti più disparati.

Una signora aveva la fobia delle penne biro e del denaro. Non riusciva a guardare né toccare penne o denaro contante senza cadere preda di un attacco d'ansia. Durante la terapia, che si concluse con successo, spiegò di aver assistito in età molto giovane a scontri a fuoco fra componenti della sua famiglia con altri di una famiglia rivale, essendo purtroppo cresciuta in una famiglia coinvolta in malaffari.

Sarebbe facile lasciarsi tentare dall'interpretazione: armi appuntite = penne, oppure: sangue = denaro. Ma oltre a essere arbitrarie, tali interpretazioni non ti darebbero alcuna indicazione pragmatica utile per impostare la terapia.

Un'altra ragazza aveva la fobia delle grate, dei tombini e dei pozzi di luce che si trovano per strada. Tutte le volte che vedeva una di queste aperture era costretta ad aggirarla, oppure a passare all'altro lato della strada. Non fosse mai che l'avesse dovuta calpestare.

Nelle monofobie, cioè le fobie di una singola cosa, esiste il problema dell'imprevedibilità.

Puoi avere la fobia dei luoghi affollati, cammini tranquillamente per strada e cerchi di evitare i gruppi di gente. Poi giri l'angolo e ti trovi all'improvviso di fronte un corteo o una manifestazione, che ti impedisce di trovare rapidamente una via di fuga. Oppure puoi trovare un ragnetto dove meno te lo saresti aspettato.

Ecco allora che dagli evitamenti passi alla tappa successiva: le precauzioni.

L'evitamento è diverso dalla precauzione perché il primo lo metti in atto al bisogno, mentre quando prendi precauzioni fai delle azioni pianificate.

Si tratta quindi di un meccanismo mentale più vicino all'ossessione, perché la tua mente è continuamente impegnata a sventare la situazione pericolosa.

Puoi essere un ansioso più tendenzialmente fobico o più ossessivo. Se sei fobico eviti il ragno quando lo vedi, ma non ti preoccupi troppo di non incontrarlo più. Se invece sei ossessivo-fobico ti premunisci attivamente per far sì che non ti capitino mai situazioni dove ci sono ragni.

Se sei fobico puoi andare allo zoo, ma decidere di non passare davanti alle gabbie di vetro che contengono i ragni. Se invece sei ossessivo-fobico, non solo non andrai allo zoo, frequenterai solo strade di città, lontane dall'erba.

In sostanza la differenza sta nella quantità di misure preventive che prendi per stare lontano dalle situazioni che percepisci come pericolose.

Circolo vizioso


È facile renderti conto di come questi disturbi possano trasformarsi presto in un inferno, spingendoti a evitare un numero sempre maggiore di luoghi e situazioni. La vita ne può risultare gravemente limitata, costringendoti a stare alla larga da luoghi e ambienti che alla persona normale non provocherebbero alcun problema.

Se soffri di una forma d'ansia grave, puoi arrivare al punto di smettere di guidare l'auto o di uscire del tutto di casa.

Sebbene quando tu eviti o prendi precauzioni ne ricavi un momentaneo sollievo, in realtà non stai facendo altro che confermare ogni volta la tua incapacità di farne a meno. E questo dà luogo a un circolo vizioso, a una profezia che si autoavvera, che ti renderà più probabile in futuro continuare a evitare le stesse situazioni.

Si tratta di una dipendenza in negativo. Ti trovi come rinchiuso in un'armatura che ti protegge, ma ti stritola, perché di fatto si restringe sempre più. Tutto ciò che protegge, limita.

E l'ansia non curata va sempre a peggiorare, mai a migliorare.

Quando hai attacchi di panico a causa di una fobia, cioè di un oggetto ben individuabile, questo potrà creare molto presto una dinamica di evitamento preventivo. Se anche tu ne soffri o ne hai sofferto, avrai avuto forse solo uno o due attacchi, e da quel momento in poi la tua vita è stata spesa, più o meno consapevolmente, nello sforzo di scansare tutte le situazioni che potrebbero provocartene ancora. È la paura della paura.

Infatti, come ha detto qualcuno, l'ansioso spende quantità enormi di energia solo per sembrare normale.

Psicoterapia dell'evitamento


Nel metodo che utilizzo è possibile trattare con successo fobie, evitamenti e precauzioni attraverso programmi specifici, dove imparerai a rompere il circolo vizioso e a entrare gradualmente in contatto con le situazioni ansiogene, rendendotele normali e accettabili.

Le difficoltà per il terapeuta consistono in:

PuntoOttenere la tua compliance, cioè far sì che tu esegua le prescrizioni.
PuntoCalibrare bene l'ampiezza dei passi da farti compiere.
PuntoPrevenire e gestire le ricadute, sempre possibili.
PuntoSostenere e incentivare la motivazione durante il percorso.
PuntoRenderti autonomo e in grado di proseguire sulle tue gambe, favorendo lo svincolo dal legame terapeutico.

Ma questo fa parte del mio lavoro._


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