La "cultura del noi" attenua il rischio depressione

depressione - 06/12/09

La tendenza genetica alla depressione è molto meno probabile nelle culture orientate verso valori di tipo collettivo piuttosto che individuale.

Un nuovo studio alla Northwestern University ha scoperto che la vulnerabilità genetica alla depressione è molto più probabile nelle culture occidentali che in quelle asiatiche, dove non si dice solo "io, io, io".

Lo studio prende corpo nel nuovo campo della neuroscienza culturale, e getta uno sguardo globale sulla salute mentale attraverso vari gruppi sociali e nazioni.

La depressione, come dimostrato da prove ormai schiaccianti, risulta dall'interazione di geni, ambiente e dall'interazione fra i due. Una delle differenze più profonde fra gruppi culturali diversi, dimostra la psicologia transculturale, è nel modo in cui le persone pensano a se stesse.

"Le persone provenienti da culture altamente individualistiche come Stati Uniti ed Europa Occidentale valutano di più l'unicità rispetto all'armonia, l'espressione di sé rispetto all'accordo, e definiscono se stesse come uniche o differenti dal gruppo", dice J. Chiao, leader dello studio e assistente professore di psicologia allo Weinberg College of Arts and Sciences, a Northwestern.

Di contro, le persone appartenenti a culture di tipo collettivo valutano maggiormente l'armonia sociale rispetto all'individualità.

"Rispetto alle culture individualiste, quelle collettiviste adottano più facilmente comportamenti che incrementano la coesione e l'interdipendenza del gruppo".

Le culture collettiviste possono dare agli individui che sono geneticamente suscettibili alla depressione un'aspettativa di supporto sociale tacita o esplicita.

"Questo supporto sembra proteggere gli individui vulnerabili dai rischi e dagli stressor ambientali che innescano l'episodio depressivo".

Bibliografia:
J. Chiao et al. 2009. Northwestern University. 'Culture Of We' Buffers Genetic Tendency To Depression.
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