Gravità del disturbo da alimentazione incontrollata legata all'abuso fisico o emotivo infantile

alimentazione - 11/06/10

Immaginate di ingoiare la quantità di cibo di tutta una giornata in meno di due ore. Immaginate di sentirvi disgustati, depressi e in colpa una volta terminato. E poi immaginate di rifarlo ancora, ripetutamente e senza controllo, più volte la settimana, per mesi o anni.

Avete appena immaginato di essere affetti dal disturbo di alimentazione incontrollata, o BED (binge eating disorder), una malattia psichiatrica simile alla bulimia, ma senza le condotte di eliminazione come vomito o esercizio fisico e senza le costanti fantasie riguardo al cibo. Molte persone affette da BED, infatti, hanno pensieri molto negativi sul cibo.

Uno studio su 170 soggetti affetti da questo disturbo ha scoperto che la sua gravità, misurata dal livello d'insoddisfazione corporea e sintomi depressivi, sembra essere legata a una storia specifica di abusi sessuali o emotivi durante l'infanzia, che a sua volta porta a feroce autocritica.

È interessante che tale correlazione sia stata rilevata solo per gli abusi di tipo sessuale o emotivo, ma non per quelli fisici, né nei soggetti che sono stati trascurati fisicamente o emotivamente da piccoli.

Il suggerimento per i terapeuti è di focalizzarsi sull'autocritica, trovandosi a dover aiutare persone affette da BED. Infatti, l'autocritica sembra fungere da mediatore nell'espressione del disturbo.

Bibliografia:
David M. Dunkley, Robin M. Masheb, Carlos M. Grilo. Childhood maltreatment, depressive symptoms, and body dissatisfaction in patients with binge eating disorder: The mediating role of self-criticism. International Journal of Eating Disorders, 2010.
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