Cosa pensa di te lo psicologo

psicoterapia - 18/01/11

Andare dallo psicologo può essere una scelta dura. Alzare il telefono è difficile, andare al primo appuntamento ancora più difficile, aprirsi e parlare di sé per alcuni può addirittura essere una sfida.

Devo dire, tuttavia, che raramente le persone che vengono da me mi raccontano quanto è stato difficile superare la prima seduta. Forse perché in terapia breve strategica si usa la comunicazione in modo da lasciare l'altro il più a suo agio possibile. In tal modo, se qualche difficoltà c'era, una volta iniziato ci se ne dimentica completamente.

Tuttavia una delle preoccupazioni più comuni del neo-paziente in psicoterapia è: "Cosa penserà di me lo psicologo?"

La lista di seguito articola meglio questa domanda:
PuntoRiderà di me, perché la mia situazione è così imbarazzante. Se sei donna, ricorda della prima volta che andasti dal ginecologo. Eri nervosa e qualche persona più anziana ti diceva di non preoccuparti, perché tanto il dottore ne ha viste di tutti i colori e anche peggio. È la stessa cosa per lo psicologo. Ne abbiamo sentite tante, molte più di quante puoi immaginare. È probabile che il tuo problema, per quanto ti risulti imbarazzante, non ci spaventerà. Fa parte del nostro lavoro ascoltare le questioni che i pazienti ci portano e trattarle in modo professionale, che sia d'aiuto e non giudicante.
PuntoSpiffererà a tutti le mie faccende. Una delle cose belle dello psicologo è che, tranne rarissime eccezioni, ciò che gli viene raccontato rimane confidenziale, solo fra tu e lui e nessun altro. Né il tuo fidanzato, la tua mamma, migliore amica o coniuge potranno mai saperne niente.
PuntoPenserà che sono una persona orribile. Tutti facciamo errori, scelte sbagliate e cose di cui ci pentiamo. Ma la maggior parte degli psicologi non perde tempo a giudicare i propri pazienti. Sono troppo impegnati ad ascoltare ciò che hai da dire, a elaborare risposte utili da darti e a stabilire il ritmo e il passo della seduta.
PuntoPenserà che sono pazzo e mi farà rinchiudere. Facendo il nostro lavoro si vedono persone con ogni sorta di problema mentale, ma nessuno di noi si sogna di diagnosticarle come "pazze" e non teniamo camicie di forza nascoste nell'armadio. Le rarissime volte in cui assistiamo a dei ricoveri forzati sono quelle in cui esiste imminente pericolo per lo stesso paziente o per altre persone. Ma certo non perché si sono lasciati e ripresi 6 o 7 volte con la stessa donna, perché odiano la madre o perché vogliono licenziarsi per andarsene ai Tropici.
Insomma, lo psicologo c'è per ascoltare e aiutare, non giudicare. Quindi puoi tranquillamente sentirti al sicuro nel suo studio. E se non lo sei, gliene devi parlare o rivolgerti a qualcun altro.

Bibliografia:
S. Smith. 2010. Your Mind Your Body. American Psychological Association.
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