Duello in laboratorio: i movimenti di reazione sono più veloci di quelli intenzionali

generale - 25/02/11

Scienziati alla University of Birmingham hanno simulato dei duelli in laboratorio per dimostrare che ci muoviamo più rapidamente quando reagiamo a qualcosa che avviene nell'ambiente di quando iniziamo il movimento di nostra volontà.

L'idea ha tratto ispirazione dai duelli dei cowboy, ma ai nostri giorni è utile ad esempio per evitare il traffico mentre guidiamo.

Tornate con il pensiero alle immagini dei primi film western, dove il pistolero che estraeva l'arma per primo era quello che immancabilmente veniva colpito. Questo aveva suggerito già al premio Nobel Niels Bohr che l'atto intenzionale di estrarre e sparare è più lento dell'atto di sparare in risposta a qualcun'altro. Ovvero, l'estrazione rapida è quella in risposta all'avversario, non quella che inizia il duello.

Il Dr. A. Welchman ha deciso perciò di condurre una ricerca: "Ogni giorno compiamo alcuni movimenti perché lo decidiamo, mentre altri siamo forzati a farli in reazione a qualche evento. L'ipotesi di Bohr suggeriva quest'intuizione. Perciò volevamo vedere se i gesti di reazione fossero davvero più veloci di quelli proattivi. Per verificarlo, abbiamo predisposto una gara fra due persone in cui si devono premere dei bottoni più velocemente dell'avversario. Non c'è un segnale di "via", quindi tutto ciò di cui i giocatori possono disporre è la propria decisione di muoversi o reagire a quella dell'altro. Proprio come nelle leggende dei pistoleri."

I ricercatori hanno trovato che i partecipanti che reagivano all'avversario eseguivano i movimenti in media 21 millisecondi più rapidamente, però con meno precisione.

L'autore continua: "Come strategia generale di sopravvivenza, disporre nel cervello di un meccanismo che ci fa produrre risposte rapide è piuttosto utile. 21 msec possono sembrare una piccola differenza e probabilmente non vi avrebbero salvato la vita se foste stati dei cowboy, perché il cervello impiega circa 200 msec a rispondere al gesto dell'avversario, ma potrebbero significare la differenza fra la vita e la morte se state cercando di evitare un autobus che vi viene addosso!"

"Bohr cercò di verificare la sua teoria usando pistole giocattolo insieme a un suo collega, George Gamow. Bohr adottò una strategia di rimessa, reattiva, vincendo ogni round, quindi la sua teoria dovette sembrargli corretta. Oppure era solo un ottimo sparatore!"

Gli studiosi sono ora interessati a sapere se esistono nel cervello circuiti diversi per i movimenti intenzionali e quelli di reazione. Potrebbe venirci qualche indizio dai pazienti di Parkinson, che notoriamente hanno più difficoltà nei movimenti volontari che in quelli reattivi.

Bibliografia:
Biotechnology and Biological Sciences Research Council. 2010. Laboratory 'gunfights' show that movement is swiftest in response to events in the environment.
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