Come scoprire se qualcuno sta mentendo

comunicazione - 11/05/11

Quando qualcuno sta in atteggiamento sospetto in un aeroporto, in metropolitana o in uno spazio pubblico, come si fa a capire se si tratta davvero di un malintenzionato?

La capacità di smascherare gli inganni è cruciale ai fini della pubblica sicurezza, specie dopo le rinnovate minacce terroristiche in seguito all'uccisione di Osama bin Laden.

Il Prof. R. E. Geiselmann, psicologo alla UCLA, ha studiato questi problemi per anni e ha insegnato tecniche d'interrogatorio a detective, agenti segreti dell'FBI, ai Marines, al Corpo di Polizia di Los Angeles, polizie locali e numerose agenzie internazionali.

Insieme a 3 colleghi, il Prof. Geiselmann ha analizzato più di 60 studi esistenti sulla rivelazione delle bugie e svolto ricerche proprie sull'argomento.

Sono stati identificati diversi segnali che rivelano se una persona sta mentendo. Secondo Geiselman quelli più affidabili sono i seguenti:
PuntoQuando interrogati, i mentitori generalmente dicono il meno possibile. Si potrebbe pensare che vogliano raccontare storie elaborate, ma la stragrande maggioranza di loro racconta solo lo stretto necessario. Anche se un interrogatorio ha lo scopo di far parlare.
PuntoIl mentitore dice poco, ma ha la tendenza a giustificarsi sul poco che dice anche se non gli viene richiesto. Questo fatto sembra corroborare l'adagio medievale: "Excusatio non petita, accusatio manifesta".
PuntoHa la tendenza a ripetere la domanda ricevuta prima di rispondere, forse per prendere tempo ed elaborare una risposta.
PuntoSpesso tiene d'occhio la reazione dell'interlocutore a ciò che sta dicendo, per cercare di capire se viene creduto.
PuntoAll'inizio il mentitore rallenta la velocità del discorso, perché deve creare la storia e controllare le reazione dell'altro. Quando poi la storia è stata creata nella mente, la sputa fuori tutta insieme aumentando la velocità del racconto. La persona sincera non si preoccupa di parlare lentamente, ma quella menzognera pensa spesso che se parla lentamente non verrà creduta. Chi è sincero difficilmente altera sensibilmente la velocità del discorso all'interno della stessa frase.
PuntoIl mentitore usa frammenti di frase con più frequenza di chi dice la verità. Ad esempio inizia una risposta, poi torna indietro senza completare la frase.
PuntoHa più facilità a stringere le labbra quando riceve una domanda critica e più facilità a indulgere in comportamenti di autotoccamento. Inoltre, i gesti che indicano se stessi sono emessi più facilmente dal mentitore, mentre i gesti verso l'esterno sono effettuati più spesso dalle persone sincere.
PuntoQuando le persone sincere vengono sfidate a chiarire meglio i dettagli della loro versione, spesso negano di mentire e spiegano di più, mentre il mentitore non fornisce altri particolari.
PuntoAlle domande difficili, la persona veritiera spesso distoglie lo sguardo per concentrarsi prima di rispondere, mentre il mentitore lo distoglie per un brevissimo istante o per nulla, perché è impegnato a monitorare la reazione dell'ascoltatore.
E quando i disonesti tentano di mascherare le reazioni appena descritte, non fanno altro che accentuarle ancora di più.

Queste sono alcune delle tecniche che Geiselmann insegna ai detective per distinguere le bugie dai racconti veritieri:
PuntoFar raccontare le storie al contrario, partendo dalla fine e specificando quanti più dettagli possibile. Questa tecnica fa parte della cosiddetta intervista cognitiva, sviluppata insieme a R. Fisher, collega di Geiselmann alla UCLA, ed è in grado di mettere sotto carico l'apparato cognitivo che, nel caso di storia non veritiera, cede facilmente perché il mentitore ha in più lo sforzo di controllare l'interlocutore per capire se gli sta credendo.
PuntoPorre domande aperte, chiedendo di fornire quanti più dettagli e quante più informazioni complete possibile. Ad esempio: "Puoi dirmi di più riguardo a…?" oppure "Dimmi esattamente…". All'inizio porre domande più generiche e solo dopo entrare nello specifico.
PuntoNon interrompere, lasciar parlare e usare pause silenziose per incoraggiare a parlare.
Quando a un primo approccio un individuo si comporta in modo sospetto e mostra molti dei segni rivelatori descritti sopra, Geiselmann raccomanda agli agenti di prenderlo da parte e fare altre domande. Se invece i segni sono solo uno o due, si può lasciar andare il sospetto.

Riconoscere le bugie è difficile, ma attraverso un adeguato addestramento è possibile diventare abili ed efficaci. Programmi di questo tipo devono comprendere insegnamenti teorici, molte ore di osservazione di esempi videoregistrati e simulazioni con persone dal vivo. Nel giro di un paio di settimane è possibile diventare competenti in questo tipo di abilità. E i bugiardi avranno le ore contate.

Bibliografia:

University of California. 2011. How to tell when someone's lying: Psychologist helps law enforcement agencies tell truth from deception.
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