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Il bilinguismo per il cervello è un gioco da nulla |
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Come fanno le persone a parlare lingue diverse senza mescolarle? Come riescono a trovare la parola giusta nella lingua giusta, dato che essere fluenti in una lingua significa conoscere circa
30.000 parole?
La scienza si è posta quest'interrogativo per decenni, elaborando teorie complicate su come faccia il cervello a parlare e riconoscere lingue diverse e addirittura teorizzando che il bilinguismo potesse
degradare la performance cognitiva.
Ma lo psicolinguista M. Vitevich, dell'Università del Kansas, sostiene che le spiegazioni complicate trascurano un fatto semplice e diretto: "Le caratteristiche di ogni parola inerenti al linguaggio, cioè come 'suonano', forniscono informazioni sufficienti per stabilire a quale linguaggio una certa parola appartenga. Non c'è bisogno di altro".
In un'analisi effettuata su
inglese e spagnolo, pubblicata nell'edizione di aprile di
Bilingualism: Language and Cognition, Vitevich osserva che pochissime parole suonano in modo simile fra i due idiomi.
La maggior parte delle teorie che cercano di spiegare come faccia l'individuo bilingue o poliglotta a richiamare una parola dalla memoria, postulano che ogni parola sarebbe "etichettata" con informazioni provenienti dalla lingua cui appartiene, spiega Vitevich.
Ma l'autore è in disaccordo: "Date le profonde differenze con cui le parole in un certo idioma suonano, rispetto a un altro, sembrerebbe antieconomico attaccare un'etichetta a ogni parola per distinguerla dalle altre".
Ecco
un'analogia: Immaginate di avere il cassetto della frutta del frigo pieno di
mele e arance. Le mele rappresentano le parole di una lingua che conoscete, mentre le arance rappresentano le parole di un'altra lingua. Il cassetto è la parte della memoria nota come
lessico, che contiene tutte le conoscenze sul linguaggio. Per trovare una mela, individuate tutti gli oggetti tondi e rossi, mentre per le arance individuerete quelli tondi e di colore arancio. Ogni tanto potrà succedervi di prendere un'arancia acerba e verdastra, scambiandola magari per una mela granny smith.
Tali mescolanze occasionali accadono a chi parla più lingue, ma sono rare e facili da correggere, dice Vitevich.
"Questo meccanismo per cercare un frutto specifico è molto efficiente di per sé. Attaccare etichette ai vari frutti con su scritto 'mela' o 'arancia' sarebbe solo un grosso spreco."
Perciò, date le differenze con cui suonano le varie lingue l'una dall'altra, i
genitori bilingui non devono preoccuparsi che i loro figli si confondano o ricevano danni nell'imparare due lingue, dice Vitevich.
Bibliografia:
M. S. Vitevitch. 2011. What do foreign neighbors say about the mental lexicon? Bilingualism: Language and Cognition._