Il bilinguismo per il cervello è un gioco da nulla

comunicazione - 01/06/11

Come fanno le persone a parlare lingue diverse senza mescolarle? Come riescono a trovare la parola giusta nella lingua giusta, dato che essere fluenti in una lingua significa conoscere circa 30.000 parole?

La scienza si è posta quest'interrogativo per decenni, elaborando teorie complicate su come faccia il cervello a parlare e riconoscere lingue diverse e addirittura teorizzando che il bilinguismo potesse degradare la performance cognitiva.

Ma lo psicolinguista M. Vitevich, dell'Università del Kansas, sostiene che le spiegazioni complicate trascurano un fatto semplice e diretto: "Le caratteristiche di ogni parola inerenti al linguaggio, cioè come 'suonano', forniscono informazioni sufficienti per stabilire a quale linguaggio una certa parola appartenga. Non c'è bisogno di altro".

In un'analisi effettuata su inglese e spagnolo, pubblicata nell'edizione di aprile di Bilingualism: Language and Cognition, Vitevich osserva che pochissime parole suonano in modo simile fra i due idiomi.

La maggior parte delle teorie che cercano di spiegare come faccia l'individuo bilingue o poliglotta a richiamare una parola dalla memoria, postulano che ogni parola sarebbe "etichettata" con informazioni provenienti dalla lingua cui appartiene, spiega Vitevich.

Ma l'autore è in disaccordo: "Date le profonde differenze con cui le parole in un certo idioma suonano, rispetto a un altro, sembrerebbe antieconomico attaccare un'etichetta a ogni parola per distinguerla dalle altre".

Ecco un'analogia: Immaginate di avere il cassetto della frutta del frigo pieno di mele e arance. Le mele rappresentano le parole di una lingua che conoscete, mentre le arance rappresentano le parole di un'altra lingua. Il cassetto è la parte della memoria nota come lessico, che contiene tutte le conoscenze sul linguaggio. Per trovare una mela, individuate tutti gli oggetti tondi e rossi, mentre per le arance individuerete quelli tondi e di colore arancio. Ogni tanto potrà succedervi di prendere un'arancia acerba e verdastra, scambiandola magari per una mela granny smith.

Tali mescolanze occasionali accadono a chi parla più lingue, ma sono rare e facili da correggere, dice Vitevich.

"Questo meccanismo per cercare un frutto specifico è molto efficiente di per sé. Attaccare etichette ai vari frutti con su scritto 'mela' o 'arancia' sarebbe solo un grosso spreco."

Perciò, date le differenze con cui suonano le varie lingue l'una dall'altra, i genitori bilingui non devono preoccuparsi che i loro figli si confondano o ricevano danni nell'imparare due lingue, dice Vitevich.

Bibliografia:

M. S. Vitevitch. 2011. What do foreign neighbors say about the mental lexicon? Bilingualism: Language and Cognition.
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