Software risolve problema di biologia rimasto irrisolto da 120 anni

generale - 09/06/15

Negli ultimi tempi sembra che gli studi sull'intelligenza artificiale (IA) stiano facendo passi da gigante. Dopo decenni di promesse, anche se l'obiettivo di creare un'IA in grado di ragionare autonomamente su una larga generalità di problemi non è ancora a portata di mano, si stanno moltiplicando gli esempi in ambiti specifici in cui i computer stanno raggiungendo risultati impressionanti.

HAL 9000 In ordine cronologico i più recenti:

Punto1996 - Il sistema IBM Deep Blue batte a scacchi l'allora Campione del Mondo in carica, Garry Kasparov.
Punto2008 - Google annuncia il varo del progetto Google Self-Driving Car, consistente nell'equipaggiare normali automobili con hardware e software speciali per permettere loro di guidare autonomamente, senza un umano al volante.
Punto2011 - Un altro computer IBM, Watson, batte gli umani a un altro gioco, poco conosciuto in Italia, Jeopardy, che consiste nel risalire alla domanda di cui è fornita ai giocatori la risposta.
Punto2011 - La Apple presenta Siri, un curioso personal assistant vocale installato nei suoi telefoni, capace di rispondere a semplici domande formulate dall'utente. A volte in modo curiosamente acuto e inaspettato.
Punto2015, maggio - Google riferisce che in milioni di km percorsi globalmente dalle sue macchine a guida automatica, per abilitare le quali è stato necessario promulgare leggi ad hoc, sono stati pochissimi gli incidenti in cui le auto automatiche sono rimaste coinvolte, molti meno delle auto a guida umana e... la colpa di quei pochi incidenti è stata sempre degli altri guidatori. Mai di quelle automatiche.
E proprio di questi giorni è la notizia che un software creato da un team di scienziati è riuscito a risolvere un problema che eludeva i biologi da più di 120 anni: la spiegazione della capacità di una particolare specie di verme di rigenerarsi, pur venendo tagliato a fette, dando luogo a nuovi organismi completi entro un certo tempo.

Ebbene, sfruttando i dati a disposizione, il software in questione ha girato per tre giorni producendo un'ipotesi che si accorda perfettamente con i dati forniti.

Le ricadute di tale successo potrebbero essere importanti: dalla rigenerazione degli arti amputati alla creazione di robot auto-riparanti.

Tre giorni sono un tempo brevissimo. Sono stati però necessari due anni di lavoro per sviluppare il programma, che ha richiesto la creazione di un linguaggio di programmazione speciale.

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