La spirale dell'odio

società - 19/06/15

È successo di nuovo. Un altro folle ha compiuto l'ennesima strage, in un paese dove la facilità di entrare in possesso di armi da fuoco è quasi proverbiale.

Tuttavia, oltre a etichettare Dylann Roff banalmente come uno squilibrato, se volessimo scendere più nel dettaglio di ciò che può spingere le persone a compiere atti simili, cos'altro si potrebbe dire?

Tipicamente questi individui entrano in una spirale crescente di rabbia e desiderio di vendetta, come quella descritta di seguito.

Odio

1. Percezione di essere vittima di ingiustizia e umiliazione.


Si tratti di realtà o immaginazione, queste persone percepiscono il mondo come se stesse dicendo loro: "Sei uno stupido", "Sei brutto", "Sei un debole", "Non sei nessuno" ecc.

2. Isolamento.


Percependo il mondo come ostile, queste persone iniziano a ritirarsi. Ma via via che ciò accade diventano sempre più preda del processo immaginativo e dei pensieri sopra descritti.

3. Agitazione.


Come conseguenza al sentirsi minacciati, si fa strada in loro il desiderio di vendetta, di "fargliela pagare". Iniziano perciò a pianificare un modo oppure a mettere già in atto dei primi tentativi di vendetta.

4. L'ultima goccia.


Spesso è possibile individuare un evento, magari di poca importanza dal nostro punto di vista, ma che per la persona in questione, dato l'accumularsi dei pensieri sopra e del sentirsi sotto attacco, crea ciò che può essere definita una lobotomia morale. A quel punto l'individuo reagisce con un atteggiamento "occhio per occhio" e, soprattutto, in grado proporzionale alla grandezza percepita del torto subito. E decidono di vendicarsi.

5. Diminuito controllo degli impulsi.


Sotto l'effetto di alcol e/o sostanze, diventa fin troppo facile sbarazzarsi dell'ultimo residuo di freni inibitori e passare all'azione.

Bibliografia:

Mark Goulston. 2015. Hacking Hatred - What Drives People to Hate and Kill. Psychology Today online.
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