Ansia: perché non capisco che sto migliorando?

psicoterapia - 31/01/22

Alle persone in terapia capita abbastanza di frequente, specie in chi soffre d'ansia, di non riuscire a rendersi conto di essere migliorati, anche in modo notevole.

Il futuro ex ansioso spesso non si rende conto dei suoi cambiamenti positivi e sconta i successi terapeutici che sta ottenendo.

In questo video ti spiego perché ciò accade.


Soffri d'ansia e decidi di andare in terapia.

Inizi un percorso breve e nel giro di poche sedute riporti al terapeuta, cioè a me, che le situazioni che prima ti preoccupavano non ti danno più così fastidio.

Da come lo descrivi capisco che ti sei sbloccato, che stai superando la tua ansia.

Perciò ti faccio alcune domande per capire meglio. Una di queste domande consiste nel chiederti di darti un voto da 0 a 10, sul lavoro che stai svolgendo.

E tu ti dai un 4 o un 5, un'insufficienza.

Eppure dai tuoi resoconti si capisce che sei migliorato notevolmente.

Ma è come se tu ancora non ci credessi. E spesso, anzi, aggiungi: "Sa, preferisco darmi un voto più contenuto e volare basso piuttosto che illudermi".

Ecco, il punto è proprio questo.

Preferisci volare basso perché, nella tua carriera di ansioso, è ciò che hai sempre fatto!

Hai sempre ragionato come Murphy, quello della legge di Murphy, ripetendo a te stesso che sicuramente le cose prima o poi andranno male e quindi fatalmente ti accadrà anche qui.

Non vuoi illuderti.

E intendiamoci, evitare di illudersi in generale è una buona cosa.

Se segui i miei discorsi, saprai che sono un convinto sostenitore del puntare in alto, mantenendo però basse le aspettative.

Ma qui il caso è diverso: stai già raggiungendo il tuo obiettivo: quindi non si tratta di illudersi, perché già ci sei arrivato.

È che tu, da bravo futuro ex ansioso, hai sempre la vocina che ti dice che anche se le cose vanno bene oggi, domani potrebbero peggiorare.

E su questo hai ragione, perché il futuro è incerto per tutti.

Ma in realtà ancora tu non lo accetti. O più precisamente, non accetti di mollare il tuo attaccamento all'abitudine di preoccuparti.

Magari hai già superato la tua fobia o ipocondria. Ma potrebbe sempre ritornare.

E non è la sana disillusione, quella che ti fa dire: "Ok, io faccio quello che devo fare, poi se son rose fioriranno". È un residuo di preoccupazione, che mantiene la tua attenzione fissa sul possibile fallimento.

È come la nuvoletta di Fantozzi, che ti stai portando dietro. Stai riuscendo a fare quello che ti sei prefisso, ma lo fai all'ombra di un clima di negatività che persiste.

Quindi, in sostanza, vuol dire che ancora hai un pochino di lavoro da fare, per superare questo atteggiamento sulla difensiva che ti fa scontare i successi che stai già ottenendo.

Che può consistere solo nel mantenere la rotta e continuare, cioè a dimostrare a te stesso, attraverso l'esperienza, che i buoni risultati che stai ottenendo si mantengono.

Cioè devi ancora consolidare la tua sicurezza sul lavoro fatto fino a questo momento._

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