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Dipendenza da internet, videopornografia e social media: quando la rete ti intrappola |
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Viviamo immersi in una realtà digitale che ha preso il sopravvento sulle relazioni, le emozioni e il tempo. La
dipendenza da internet, dalla
videopornografia e dai
social media è un fenomeno in crescita esponenziale, silenzioso ma devastante, che colpisce adolescenti e adulti, uomini e donne, spesso senza che ne siano pienamente consapevoli.
Inizialmente si tratta solo di "controllare un attimo" le notifiche o di guardare "qualcosa di leggero" per rilassarsi. Poi quel momento diventa un'abitudine, e l'abitudine diventa una prigione. E ti ritrovi ore e ore a scrollare Instagram o TikTok, notti trascorse a guardare
pornografia, giornate perse su YouTube o in
giochi online.
Le conseguenze?
 | Isolamento. |
 | Calo della motivazione. |
 | Compromissione della sfera affettiva e sessuale. |
 | Ansia. |
 | Perdita di concentrazione. |
 | Disconnessione dalla realtà. |
La
dipendenza digitale ha caratteristiche simili a quelle delle
dipendenze da sostanza:
 | Tolleranza (servono sempre più stimoli). |
 | Astinenza (nervosismo, irrequietezza quando non puoi accedere). |
 | Perdita di controllo. |
 | Negazione del problema. |
Ma a differenza dell'alcol o della droga, la
dipendenza da internet è socialmente tollerata. Anzi, spesso è incoraggiata. Questo la rende ancora più insidiosa.
Il
consumo compulsivo di videopornografia, in particolare, crea danni profondi sulla percezione di sé, sulla capacità di entrare in relazione reale con un'altra persona, sulla risposta sessuale (fino a forme di
disfunzione erettile da pornografia). Anche i social media contribuiscono, con la pressione a mostrarsi perfetti, sempre attivi, sempre connessi, sempre "in vetrina".
La buona notizia è che se ne può uscire. E non serve un percorso interminabile. La
Terapia Breve Strategica, un approccio psicoterapeutico evoluto e orientato al risultato, permette spesso di intervenire in
poche sedute, agendo sulle logiche disfunzionali che alimentano il problema. Non lavora sul passato, ma sulle dinamiche presenti che mantengono la dipendenza. L'obiettivo non è "parlare del problema", ma modificarlo. E funziona. Anche quando hai già tentato da solo, senza successo.
Se ti riconosci in questo articolo, o se riconosci in un tuo caro questo tipo di comportamento, sappi che non sei solo. Il primo passo è rompere il silenzio e chiedere aiuto. Un
intervento mirato e professionale può liberarti da una trappola che oggi sembra invincibile.
Contattami per un primo colloquio. Spesso, basta meno tempo di quanto credi per riprendere in mano la tua vita.
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