Il trattamento del 
disturbo borderline di personalità (DBP) può costituire un processo impegnativo e difficile. Molti terapeuti addirittura 
evitano questo tipo di pazienti. Altri ancora accettano di averne allo stesso tempo solo un numero limitato, per limitare lo stress.
Alcuni approcci terapeutici standardizzati, come la 
terapia dialettico-comportamentale e altri, hanno messo a punto protocolli e manuali-guida per aiutare il terapeuta a ottenere una certa continuità di efficacia del trattamento.
 (immagine tratta da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:BPD_1.png)
(immagine tratta da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:BPD_1.png)Ma a differenza dei 
farmaci, che producono effetti generalmente prevedibili, 
l'interazione fra paziente e psicoterapeuta è più complessa. L'effetto di un farmaco è indipendente dalla farmacia che lo ha venduto. Lo specifico psicoterapeuta che fornisce il trattamento, tuttavia, pur seguendo alla lettera le istruzioni che trova nel manuale, può fare la proverbiale differenza.
Nel trattamento del DBP la sfida principale consiste nella 
contraddittorietà del paziente borderline.
Gli individui affetti da DBP attraversano momenti estremi di bianco/nero, tutto/nulla, buono/cattivo. Ciò ha portato alcuni clinici collocati sul versante biologista più estremo a rifiutare di riconoscere la 
legittimità di questa categoria diagnostica e a identificarla, semplicisticamente, in quella del 
disturbo bipolare.
Tuttavia, anche se possono esserci sovrapposizioni e anche se distinguere fra le due diagnosi può non essere semplice, esistono 
differenze importanti fra il disturbo bipolare e il disturbo borderline di personalità.
La più evidente è che, non a caso, il DBP è classificato come disturbo di personalità, mentre il disturbo bipolare no. E non si tratta di un semplice artificio di classificazione del tipo: "L'abbiamo fatto apposta". Sia perché è caratteristico dei disturbi di personalità in generale essere 
disturbi della relazione, sia perché, pur potendo un disturbo dell'umore come quello bipolare avere importanti ripercussioni sulla vita relazionale della persona, nei disturbi della personalità è proprio la vita relazionale a essere più marcatamente disfunzionale e patologica.
La persona borderline non soffre solo di sbalzi di umore. La sua sofferenza riguarda aree come 
l'immagine di sé, la paura angosciante di essere 
abbandonato, l'incapacità a non 
idealizzare o 
svalutare gli altri, 
l'automutilazione. Il tutto pervaso da 
rabbia intensa e difficilmente controllabile.
Le qualità di un terapeuta efficace per il disturbo borderline di personalità devono includere 
altrettanta contraddittorietà. Questo principio è molto usato in 
terapia breve strategica, dove per curare contraddizioni e paradossi patologici il terapeuta ricorre ad altre contraddizioni e altri paradossi, ma terapeutici.
Ad esempio:
|  | Il terapeuta deve essere direttivo, ma collaborativo. Con categorie di pazienti delicate come questa è difficile fare progressi senza la loro partecipazione attiva. | 
|  | Il terapeuta esprime accettazione verso il paziente per come egli è ora, ma al tempo stesso lavora per stimolare ulteriore miglioramenti. Principio cardine in terapia dialettico-comportamentale. | 
|  | Il terapeuta efficace emana fiducia in se stesso, ma accetta di avere limitazioni e riconosce i propri errori. | 
|  | Altre caratteristiche di un terapeuta efficace nel trattamento del DBP comprendono: consapevolezza di sé, disciplina e resilienza per mantenere l'impegno nel seguire pazienti esigenti che possono presentare sfide notevoli. Capacità di mantenere la giusta proporzione delle cose e senso dell'umorismo, per proteggere se stesso. Altrettanto importante per il terapeuta è disporre di un solido sistema di supporto personale, come famiglia, amicizie extraprofessionali e la possibilità di consigliarsi con altri colleghi. | 
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