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Hai paura di essere gay? Come smettere di ossessionarti

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Hai paura di essere gay? Come smettere di ossessionarti

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psicoterapia - 13/01/22

Una delle forme di disturbo ossessivo più frequenti ha per tema la paura di essere gay. Sei attanagliato dal pensiero ossessivo di essere omosessuale?

Allora avrai probabilmente messo in atto dei comportamenti per cercare di controllare la tua paura, che non solo non ti hanno aiutato, ma al contrario hanno amplificato il problema.



Premessa: la paura di essere gay non ha niente a che vedere con la cosiddetta omosessualità nascosta o repressa. Se una persona è realmente gay si fa presto a capirlo.

Quasi sempre, invece, chi ha paura di essere gay soffre non di omosessualità repressa, o di omofobia interiorizzata, ma di un disturbo ossessivo, cioè un dubbio che non riesce a risolvere.

Siccome l'ossessività si esprime come bisogno di controllare, come abbiamo visto nei video precedenti, se soffri di ossessioni farai di tutto nell'illusione di dover controllare quello che ti succede.

Nel caso della paura a sfondo omosessuale, il controllo si chiama mettersi alla prova.

Hai paura di essere gay, e quindi farai di tutto per metterti alla prova, cioè per capire se lo sei davvero.

I comportamenti per mettersi alla prova sono vari, ma di solito si riducono a due categorie: l'ipersessualizzazione e i tentativi di prova per esclusione.

Ipersessualizzazione


L'ipersessualizzazione può essere attuata in due modi: o cercando di aumentare la frequenza di rapporti con l'altro sesso, sulla premessa che, se riesci ad avere molti rapporti con le donne, se sei ad esempio uomo, allora forse non sei gay.

Questo primo modo però non è molto frequente, perché il soggetto tipico che ha questo disturbo è un giovane uomo che o non ha una ragazza, quindi sprovvisto di "materiale femminile" con cui effettuare prove, o comunque non è molto sicuro di sé (altrimenti non sarebbe ossessivo) e quindi non è così intraprendente con le donne.

Il secondo modo di ricerca dell'ipersessualizzazione, surrogato del primo, è masturbarsi spesso. Spesso con l'aiuto di video porno.

Se riesci ad avere molte erezioni, allora forse non sei gay, pensi.

Prove per esclusione


L'altra categoria di tentate soluzioni per metterti alla prova, opposta alla prima, sono i tentativi di prova per esclusione.

Ti concentri quindi non sul rapporto con l'altro sesso, come nell'ipersessualizzazione, ma su pensieri e immagini erotiche del tuo stesso sesso.

La premessa è: se guardi dei video porno gay, e non ti ecciti, allora forse non sei gay.

Oppure, ti giri a guardare gli uomini per strada: se vedi un bell'uomo, lo guardi e non ti piace, allora forse non sei gay.

Oppure ancora - e questo è il più frequente - con i pensieri: se pensi a te coinvolto in una scena gay, senza eccitarti, allora forse non sei gay.

Ora queste due modalità, l'ipersessualizzazione e le prove per esclusione, in teoria dovrebbero funzionare. Dal punto di vista razionale non fanno una grinza.

Ma ansia e ossessioni non sono un problema di razionalità, né un problema che si risolve aggiungendo razionalità.

Sono un problema di tipo emotivo, perché si basano sulla paura.

E i tentativi razionali di soluzione che ti ho appena mostrato e che tu ben conoscerai, se hai questo problema, sono il peggio del peggio possibile.

Sono perfetti per incasinarti la mente e alimentare ancora di più le ossessioni.

Vediamo perché, prendiamo innanzitutto l'ipersessualizzazione.

Se tu ti causi molti orgasmi, in modo ossessivo, sia derivanti da rapporti veri che da masturbazione, finirai presto per uccidere completamente il tuo desiderio sessuale.

Più lo fai, più dovrai attendere per poterlo rifare. E durante quelle attese, in cui non hai voglia, è proprio lì che la tua ossessione torna fuori in tutta la sua forza: Allora è vero! Non ne hai più voglia! Quindi forse sei gay!

E allora ti vorrai mettere ancora di più alla prova!

E più ti metti alla prova, meno ne avrai voglia!

Capisci qual è il circolo vizioso e perché diciamo che le tentate soluzioni, quando non funzionano, alimentano il problema?

Ma il secondo tipo di tentativi, quelli per esclusione in cui ti concentri sulle immagini gay, sono ancora peggio.

Quando guardi video gay per metterti alla prova, o ti sforzi di capire se ti piace un uomo (se sei un uomo) stai facendo ancora più confusione.

Perché, se non sei gay, e sei attratto dalle donne, finirai per confondere i circuiti cerebrali del piacere con quelli del disgusto, e alla fine non capirai più niente!

In altre parole, sottoponendoti frequentemente a immagini, video e pensieri di tipo omosessuale, potresti provare disgusto, ma potresti anche provare un certo piacere, perché si tratta comunque di sesso, e qualunque scena sessuale, sia gay che etero, è in grado dopo un po' di eccitare chiunque, sia persone gay che etero.

Questo è stato visto, sperimentalmente.

Quindi dopo un po' non proverai né disgusto né piacere, oppure li proverai entrambi, in modo sovrapposto e così la tua confusione aumenterà e vorrai riprovarci ancora e ancora, mettendoti alla prova, "per chiarire come stanno le cose".

Insomma, avrai fatto un gran casino tutto da solo. E con le migliori intenzioni.

Come uscirne?


Innanzitutto interrompendo questi comportamenti.

Smettendo di cercare di dimostrare a te stesso che sei un uomo.

E smettendo di guardare video porno, di qualunque tipo, e di girarti per strada a guardare gli uomini per vedere se ti piacciono.

La tentazione di continuare sarà fortissima.
Magari non subito, ma dopo un certo tempo che ti asterrai, perché il bisogno di controllo può diventare una forma di dipendenza.

Anzi, ciò che ho potuto vedere nella mia esperienza clinica è che si può diventare dipendenti da qualunque tipo di emozione o sensazione, sia piacevole, che spiacevole.

Perciò il primo passo da fare è smettere di fare ciò che finora, evidentemente, non solo non ha funzionato, ma ha peggiorato le cose._


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